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 La “ Tenuta Goccia” di Francesca Alaimo e Gabriele Ghedini si trova sulle Colline Bolognesi e confina con il Parco Dell’Abbazia di Monteveglio. Si estende per 200 ha. e vi sono vigne esposte sia ad Ovest che a Sud-Est. Produce i vini tipici della zona, ed è socia del “Consorzio dei Vini dei Colli Bolognesi”.
♦ La Storia
La “Tenuta Goccia” già “Tenuta di Monteveglio”, come risulta dai documenti censiti dalla sezione bolognese della Conservatoria di Stato, nacque per volere del Conte Filippo Agucchi. Questi, viticultore ed appassionato di agronomia operò numerose innovazioni nella tenuta come si può vedere da un documento del 1862 in cui è registrata una “letta” del Conte stesso: “Nei primi anni che in me passò la proprietà io trovava che i progetti dell'agricoltura di queste colline erano trascurati… e mi accinsi di portarvi delle migliorie… coll'attivare erbai, coll'aumentare i bestiami, col dissodare i sodivi, col dividere i fondi e fare nuove case ove i predi erano troppo estesi"
Fece arginare i torrenti Savigno e di Serravalle, lavorò al fine di creare orti e frutteti e piantò numerose viti che in seguito dovette difendere dalla crittogama, infestante che vinse grazie alla pratica delle insolforazioni, all'epoca ancora poco diffusa. Nel 1820 fece costruire ed affrescare interamente una villa palladiana al di sotto della quale organizzò una cantina per permettere la vinificazione, in un unico luogo, delle uve coltivate nei singoli poderi. della tenuta.
La tenuta fu amministrata nel migliore dei modi dal 1872 al 1940 e i vini che in essa venivano prodotti erano noti per la loro qualità da Bologna a Reggio Emilia.
Nel 1958 il Marchese Malaspina D'Este, che nel frattempo aveva preso in gestione la proprietà, fece costruire una nuova cantina dotandola di vasche in cemento vetrificato e sonde di raffreddamento per il controllo della fermentazione. Nel 2009 Francesca, nipote del Marchese e Gabriele, suo marito, sono subentrati nella gestione dell'azienda.
Da allora abbiamo continuato a produrre vini di buona qualità e, se in passato, la produzione era indirizzata alla vendita di vino sfuso in questi ultimi anni, date le sempre maggiori richieste, è andata aumentando quella di vini da noi imbottigliati.
♦ La Famiglia Malaspina
La storia della famiglia incomincia sotto il Re Berengario Secondo, all'epoca in cui Ottone Primo, imperatore di Germania, decise di riorganizzare la distribuzione dei feudi e di affidare la marca della Liguria orientale al marchese Oberto. Questi diede origine a diversi rami nobiliari: i marchesi d'Este, i Pallavicino, i Cavalcabò di Cremona, i marchesi di Massa, Corsica e Sardegna, i principi di Brunswich e di Hannover – da cui la Casa Reale d'Inghilterra – ed i Malaspina. Questi ultimi controllavano una vasta parte di Appennino posta fra Lunigiana e Pianura Padana. Nel 1164 Barbarossa donò in feudo ai Malaspina vari castelli posti fra Appennino e Po, ma anche oltre, in questo periodo, infatti. i possedimenti si estesero fino al basso corso del fiume Trebbia. La posizione strategica del feudo permise, nel 1167, a Barbarossa di ritirarsi da Roma senza correre rischi.. Grande amico dell'imperatore fu Obizzo Primo il cui pronipote, Corrado Malaspina, fu celebrato da Dante nell'ottavo Canto del Purgatorio versi 118-132:
"Chiamato fui Currado Malaspina: non son l'antico ma di lui discesi; a' miei portai l'amor che qui raffina.".
"O" diss'io lui, "per li vostri paesi giammai non fui; ma dove si dimora per tutta Europa, ch'ei non sien palesi?" La fama che la vostra casa onora grida i signori e grida la contrada,, sì che ne sa chi non vi fu ancora.. E io vi giuro, s'io di sopra vada, che vostra gente onrata non si sfregia del pregio della borsa e della spada. Uso e natura sì la privilegia , che perché lo capo reo lo mondo torca, sola va dritta e' l mal cammin dispregia"
Nel 1221 Corrado Malaspina "l'Antico" (vedi verso 119) ed un suo cugino si divisero i beni famigliari: Corrado ed i suo discendenti mantennero nello stemma lo spino secco, mentre il cugino adottò l'emblema dello spino fiorito. Verso la metà del '400, per la ribellione alla famiglia, nacquero alcuni liberi comuni che ebbero la protezione di Firenze. Da questo momento cominciò la decadenza del casato, ma alcuni rami della famiglia, fra i quali il nostro, sono sopravvissuti fino ad oggi. |
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